Safe Heart Odv, aiutare gli altri è ritrovare sé stessi
- Davide Roberto
- 20 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Intervista a Maurizio Roberto, socio fondatore di Safe Heart Odv
Ci sono luoghi dove il battito di un cuore è un lusso, dove un’operazione che qui diamo per scontata diventa un evento storico.
In uno di quei luoghi, nel 2021, una bambina di 13 anni in Burkina Faso ha ricevuto il primo intervento al cuore mai eseguito nel Paese. A compierlo c’era Maurizio Roberto, socio fondatore di Safe Heart Odv, organizzazione di volontariato che da oltre dieci anni porta cure cardiovascolari e formazione nei Paesi con meno risorse. Lo incontro al telefono, ma le sue parole hanno il peso di immagini vive: corridoi d’ospedale polverosi, mani che stringono altre mani, sorrisi che non chiedono nulla ma dicono tutto.
Maurizio, come nasce Safe Heart Odv?
«Ufficialmente nel 2013, ma l’idea era in me da tempo. Ho partecipato a missioni in passato e ho visto il limite più grande: la dipendenza dai volontari stranieri. Ho capito che il vero aiuto è lasciare qualcosa che resti: formare personale locale, dare borse di studio, permettere a chi vive lì di curare la propria gente ogni giorno. È così che un intervento diventa un seme, non solo un episodio.»
C’è stato un momento in cui hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?
«Non un lampo, ma una certezza che cresce. La medicina, per me, è sempre stata una missione. E chi ha avuto il privilegio di nascere dove le cure sono possibili, ha il dovere morale di portarle dove non lo sono.»
Qual è l’immagine che porti nel cuore?
«Tante. Ma se chiudo gli occhi vedo quella bambina in Burkina Faso, il giorno dell’operazione. Un cuore riparato è anche una vita intera restituita. Oppure penso a certi volti in Camerun, dove siamo stati da poco: occhi che ti guardano con una gratitudine talmente pura che ti disarma.»
Cosa ti colpisce delle persone che incontri?
«La loro forza. Anche davanti a diagnosi che qui ci sembrerebbero insostenibili, mostrano una resistenza fisica e interiore incredibile. E poi la gratitudine: con pochissimo riescono a trasmetterti un calore che qui, a volte, si perde.»
Il 18 settembre vi vedremo a Milano per un evento speciale
«Sì, all’Oratorio della Passione. Uniremo un aperitivo solidale a una visita guidata della Basilica di Sant’Ambrogio. È il nostro modo di ringraziare chi ci sostiene e di avvicinare nuove persone alla nostra causa. I fondi raccolti andranno alle prossime missioni.»
Cosa significa per te far parte di Safe Heart?
«Ogni missione è fisicamente faticosa, ma quando torni ti senti paradossalmente più leggero, rigenerato. È difficile spiegarlo: è come se quell’energia che hai dato ti tornasse indietro, moltiplicata.»
Che messaggio vuoi lasciare a chi leggerà questa intervista?
«Aiutare gli altri è un atto che, inevitabilmente, trasforma anche te. E invito chiunque a vedere con i propri occhi: capirete che la vera ricchezza è poter donare.»
Safe Heart Odv – Aperitivo solidale & visita guidata, 18 settembre, Oratorio della Passione (Basilica di Sant’Ambrogio, Milano). Info sul sito ufficiale.
di Giorgia Pellegrini







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